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Orazio è, a suo modo, un epicureo: siamo aggregati di atomi e un giorno ci disaggregheremo. La morte dunque non è affar nostro, non avremo esperienza di essa e dunque non possiamo temerla. Ma questa teoria, inoppugnabile per un materialista, non riesce a rasserenare Orazio. Dietro l’apparente serenità continuamente ribadita, ottenuta con l’abbandono delle passioni, si avverte un’ombra incombente, una consapevolezza della fugacità della vita che mina anche i momenti più belli. La ragione non riesce a fugare le inquietudini che si annidano nella mente di tutti noi, per questo Orazio è un nostro contemporaneo.
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Pur essendo una storia nota, non si può non rimanere attoniti di fronte all’irresponsabilità e alla stupidità degli uomini a cui gran parte del popolo italiano si era affidato. Mussolini e Galeazzo Ciano, alla luce della rigorosa documentazione proposta da Scurati, diventano quasi personaggi da commedia all’italiana (il trombone supponente che crede di poter fregare impunemente il prossimo salvandosi per il rotto della cuffia, il servo sciocco e untuoso) e il lettore non può non rabbrividire pensando a come sia facile essere trascinati in tragedie di proporzioni immani da uomini di tal fatta.
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Volevano dare l’assalto al cielo e sono finiti all’inferno. La loro sete di giustizia e la pulsione alla ribellione si sono trasformate in un’allucinazione collettiva. In nessun paese occidentale migliaia di ragazzi si sono messi a sparare, ferire, storpiare, uccidere, morire e suicidarsi per una rivoluzione che esisteva solo nei loro sogni e nella loro rabbia. 15 anni di lotta armata, che pochi conoscono nelle sue reali dimensioni e tante facce. Leggi…….


Il serial killer del III Reich
In una Berlino che si prepara alla seconda guerra mondiale, uno spietato killer uccide, straziandone i corpi, alcune signore dell’alta società, appartenenti ad un circolo esclusivo che si riunisce nel più esclusivo degli hotel berlinesi: l’Adlon. Ma nella Germania del terzo reich il crimine non può esistere, poiché, per la propaganda hitleriana, la società è ormai del tutto bonificata. Il livello sociale delle vittime impone comunque un’indagine.
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AMOR TOWLES
“Un gentiluomo a Mosca”

Il prigioniero del Metropol
Il conte Rostov viene condannato dai bolscevichi agli arresti domiciliari nell’hotel Metropol. Dalla suite, dove alloggiava, viene trasferito in una stanzetta nel piano della servitù. E qui rimarrà per più di 30 anni. Ma il Metropol è il più grande albergo di Mosca, è un mondo nel quale Rostov riuscirà comunque a vivere una vita piena e interessante. Attorno alla quale lo scrittore americano, Amor Towles, riesce a costruire una trama avvincente e ricca di colpi di scena, con uno stile ironico e brillante
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Qual è il vostro
giallista / detective preferito?
Molti autori di romanzi e racconti gialli hanno creato un personaggio, investigatore privato o poliziotto, divenuto così noto da identificarsi con l’autore. Dal sondaggio sono esclusi autori famosi, ma la cui penna non ha partorito un vero personaggio.
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“Nel cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura..”
“Cantami o diva del pelide Achille…”
Fin qui è facile. Chi sa dire a quali libri appartengono gli incipit che seguono?
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Altre biografie >> Mario Roatta >> Guido Picelli >> Guido Keller >> Filippo T. Marinetti >> Tina Modotti