A chi cerca in questi tempi di semi-clausura un romanzo per non annoiarsi, non pensare troppo, ben costruito, anche  con qualche  aggancio a temi di attualità, si può tranquillamente consigliare “Cemetery road” di Greg Iles (uscito in italiano nel 2020).

Il romanzo è ambientato a Bienville,  una cittadina come tante lungo le rive del Missisipi,  dominata da decenni  da una cupola di potenti affaristi, il  “Bienville PoKer club”,  che ha in mano l’ economia della città e ne condiziona totalmente l’amministrazione.

Il protagonista, Marshall McEwan, ha lasciato Bienville ancora giovanissimo (giurando a sé stesso di non tornare mai più), è diventato  un affermato giornalista di livello nazionale,  premio Pulitzer per un libro scritto sulla guerra in Iraq e in Afganistan, a cui ha partecipato in prima persona. Ma la grave malattia del padre, proprietario di un giornale locale sull’orlo della bancarotta, lo costringe a tornare .

Poco dopo il suo arrivo,  il suo amico Buck Ferris, archeologo, di colore (ricordiamoci che siamo nel Mississipi),  per lui quasi un secondo padre, viene trovato morto, in un terreno incolto non lontano dal fiume. La polizia chiude immediatamente le indagini, attribuendo la morte ad un incidente, ma Marshall capisce subito che così non è. Il vecchio archeologo  ha osato interferire con i progetti del Bienville PoKer club, i cui membri hanno rilevanti interessi nella realizzazione di un grande impianto industriale, che godrebbe anche di finanziamenti cinesi.

Buck, scavando di nascosto e con mezzi artigianali,  ha trovato le tracce di quello che potrebbe essere un importantissimo sito archeologico proprio nel luogo in cui dovrebbe sorgere la fabbrica.  Una scoperta che avrebbe potuto bloccarne la costruzione.

Marshall, convinto che l’amico sia stato ucciso proprio per questo motivo, comincia la sua indagine, aiutato da un ragazzino provetto pilota del suo drone. Una ricerca che lo porterà a scoprire anche torbidi segreti di persone a lui strettamente legate. Il ritorno a Bienville è infatti   anche l’occasione, di rivivere  la sua drammatica giovinezza, da cui voleva separarsi per sempre, di affrontare legami conflittuali e irrisolti  con il padre, con la ragazza che aveva amato, ora divenuta moglie di un membro del Poker club, con il fratello tragicamente scomparso.

La storia dell’indagine si intreccia così strettamente  a quella personale, i colpi di scena si susseguono ad un ritmo sorprendente e non lasciano tregua al lettore, fino alle ultime pagine in cui la situazione si ribalta per l’ennesima volta, in una scena un po’ splatter e poco verosimile. Si percepisce che il romanzo, come capita spesso per questo tipo di letteratura, è stato scritto pensando già a una possibile versione televisiva. Nonostante questo la lettura resta avvincente fino all’ultima pagina.

Il libro è anche una celebrazione dell’essenziale funzione della stampa, in una società democratica, per combattere centri di potere occulto e il malaffare. Superando ostacoli apparentemente insormontabili Marshall userà proprio il malandato giornale di famiglia per far luce sulla verità.

 

Greg Iles, nato  nel 1960, è cresciuto e vive  a Natchez, Mississippi, luogo nel quale sono ambientati diversi suoi romanzi. Appassionato di musica, suona con i Rock Bottom Remainders: una band formata da soli scrittori, tra cui Scott Turow e Stephen King. I suoi thriller sono bestseller tradotti in più di venti paesi. Tutti i suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Piemme.