Dopo circa un mese sono uscita dal mondo di Wolf Hall. Più di tremila pagine in cui Hilary Mantel racconta

in tre volumi la storia di Thomas Cromwell, dal 1500 al 1540: Wolf Hall (2011), Anna Bolena, una questione di famiglia (2012), Lo specchio e la luce (2020). Non vorrei che qualcuno si spaventasse: non è necessario leggerli tutti, si potrebbe anche partire dall’ultimo, perché la scrittura della Mantel non è una linea ma una continua spirale. Poi, per aiutare i lettori, sono uscite anche delle guide https://fazieditore.it/news/il-mondo-di-wolf-hall/ e la stessa Mantel pone all’inizio dei libri uno schema dei personaggi.

Ma è giusto dire che non è una lettura semplice: Cromwell è un protagonista della grande storia, che viene filtrata sempre attraverso il suo punto di vista e la sua sensibilità. Non c’è quindi un narratore esterno che guidi il lettore, riassuma gli eventi, introduca i personaggi.

Bisogna quindi studiare prima di leggere? La risposta è no. Chi si interessa a un libro del genere sa chi è Enrico VIII, conosce la storia del suo conflitto con la Chiesa per ottenere l’annullamento del suo matrimonio con la regina Caterina, zia dell’ imperatore Carlo V, dopo ventiquattro anni di matrimonio che non hanno prodotto un erede maschio.

Non è indispensabile sforzarsi di ricordare uno per uno i moltissimi personaggi che ruotano intorno a Thomas, perché sarà la narrazione a fissarli gradualmente nella mente del lettore.

Ma la documentazione storica imponente su cui si fondano i libri della Mantel, non sarebbe sufficiente a creare un grandissimo personaggio come è il protagonista della trilogia.

Nato nel 1485 (circa) a Putney, figlio di Walter, un fabbro che gli insegna il mestiere a suon di botte,  orfano di madre, per sfuggire alla violenza del padre, Cromwell scappa di casa giovanissimo. La sua vicenda supera qualsiasi romanzo: soldato di ventura in Italia, sguattero presso la grande famiglia dei banchieri Frescobaldi, che si accorgono subito delle sue potenzialità e lo introducono nella grande finanza internazionale, che all’inizio del Cinquecento ha le sue capitali a Firenze e nelle Fiandre. Autodidatta coltissimo, parla correntemente il latino, il francese, l’italiano. All’inizio del primo libro della trilogia lo troviamo al servizio del potentissimo cardinale Thomas Wolsey . Caduto in disgrazia Wolsey, passa al servizio del re, del quale diventa il consigliere più fidato. In pochi anni diventa ricchissimo, entra in parlamento, assomma incarichi e titoli nobiliari. Diventa l’uomo più potente d’Inghilterra: la sua casa è il vero centro del potere, nei suoi forzieri sono racchiusi i dossier più importanti del regno, che gestisce aiutato da uomini fidatissimi, creati e formati da lui. Dalla sua volontà dipendono la vita, la morte, le fortune delle nobili famiglie inglesi che non accetteranno mai di essere subordinate ad un commoner .

Thomas ha letto Il cortegiano di Baldassar Castiglione e il Principe di Nicolò Machiavelli http://raccontidilibri.it/macchiavelli-il-principe/ e il suo operare è la sintesi dei due grandi trattati del Cinquecento italiano: chi vive sotto un monarca assoluto può agire per il bene della comunità solo dispensando consigli al re, del quale deve però mantenere assolutamente il favore, e nel perseguire quell’obiettivo si possono usare tutti i mezzi necessari.( …credo, credo fermamente, che un uomo che si mette al servizio della comunità e fa il proprio dovere si guadagna una benedizione)

Negli otto anni al servizio del re, Cromwell riesce, con un abilissimo gioco diplomatico, a salvaguardare l’Inghilterra, piccolo e povero stato, dagli appetititi delle due grandi potenze europee, Francia e Impero (che all’epoca comprende anche la Spagna), a rimpinguare le casse dello stato abolendo le rendite dei ricchissimi conventi che vengono soppressi e sospendendo l’invio delle decime a Roma (… i cittadini non rimpiangono i preti e la loro carità, se la città si prende cura di loro).

Le sue convinzioni religiose, sincere e profonde, per molti aspetti vicine al protestantesimo, lo portano ad una lotta implacabile al culto superstizioso e paganeggiante delle reliquie, su cui si fonda la in gran parte la religiosità popolare, e a diffondere , col sostegno del re, la Bibbia tradotta in inglese. Si espone così a pericolosissime accuse di eresia (il re, pur essendosi dichiarato autonomo dalla Chiesa di Roma, non vuole mischiarsi coi luterani).

Consolida con la forza il potere assoluto del re, che deve essere considerato diretto emissario di Dio e capo della chiesa inglese, imponendo a tutto il paese un giuramento di fedeltà, inviso agli esponenti delle antiche famiglie che si considerano superiori, per nascita e per diritti, ai Tudor, che si sono affermati da poco. Egli stesso afferma <Ho riempito le sue casse, ho rafforzato la sua moneta; l’ho liberato dalla moglie (Caterina d’Aragona) e gliene ho trovata una nuova di suo gradimento (Anna Bolena); nel frattempo ho placato la sua collera e gli ho raccontato storielle spiritose>.

La caduta è improvvisa e rapidissima, voluta e preparata dalle famiglie della nobiltà che non lo avevano mai accettato, e che avevano visto tanti dei loro esponenti cadere sotto la sua scure, accusati di tradimento. Lui stesso è così vittima delle leggi che aveva fatto approvare, della volubilità del re che gli aveva dichiarato, fino a pochi mesi prima, riconoscenza e affetto, del sospetto popolare che vede nelle sue riforme modernizzatrici un pericolo <Cromwell sta tramando, dicono, per rubarci la legna da ardere, i polli e i cucchiai. Vuole confiscarci le macine…>

Ma i libri della trilogia non sono dei trattati di storia, bensì dei grandi romanzi. Di Cromwell non ci vengono descritti solo i comportamenti pubblici, ma anche gli affetti, i dolori, le ansie e le sofferenze, con uno stile che associa continuamente passato e presente. Perché la vita non è una linea retta, ma una spirale in cui continuamente passiamo dal nostro presente al nostro passato, consapevoli che senza il secondo anche il primo sarebbe diverso. Thomas conte di Essex è allo stesso tempo il piccolo fabbro che ha imparato a sopravvivere a un padre violento, il soldato di ventura, lo sguattero, il banchiere.

E’ un grande personaggio letterario, e come tale non ha senso chiedersi cosa sia frutto della ricerca storica e cosa invece sia prodotto della fantasia dell’autrice. Per quanto mi riguarda, posso dire che nella Torre di Londra, nel tempo che separa la data del suo arresto da quella della sua esecuzione, ci ho vissuto anch’io.