Presentato dall’editore come lattesissimo seguito di La verità sul caso Harry Quebert , Il caso Alaska Sanders mi ha deluso. Dicker mette in scena il solito caso di omicidio, portando il lettore a identificare via via possibili colpevoli, con congetture che vengono puntualmente smentite. Lo schema è ripetitivo: ogni personaggio coinvolto dice in un primo momento solo una parte della verità, che poi è costretto a rivelare. Ma né Marcus Goldman, lo scrittore che  ha appena ottenuto un enorme successo con La verità sul caso Harry Quebert,  né il sergente Perry Gahalowood, che si era occupato del  caso Quebert , hanno il fascino e l’ironia di  Poirot.  Né Dicker, che ho molto apprezzato nel Caso e ne L’enigma della camera 622   è Marcel Proust, che nella  Ricerca riesce a collegare sette romanzi . Qui i riferimenti continui al Caso  e, soprattutto, al suo prequel,  Il libro dei Baltimore appesantiscono la narrazione dando in cambio ben poco….