Un’amica mi ha regalato un romanzo di Colin Dexter , “Al momento della scomparsa la ragazza indossava” e mi ha fatto scoprire un personaggio imperdibile per chi ama il poliziesco classico: l’ispettore Morse, anzi Endeavour Morse (il nome proprio, in inglese significa “tentativo”). Morse cerca di tenerlo nascosto, ma ovviamente Dexter non lo ha scelto a caso! .Ho poi continuato la lettura del ciclo con puntate avanti e indietro.
Il secondo romanzo letto è in realtà il primo pubblicato da Dexter “L’ultima corsa per Woodstock” (pubblicato in G.B. nel 1975 e in Italia nel 1988), poi non ho resistito ed ho divorato gli ultimi due :”La morte mi è vicina” e “Il giorno del rimorso” (apparso in una nuova traduzione in Italia nel 2019).
Si può scegliere ovviamente un altro percorso, fra i tredici romanzi del ciclo, ma sarebbe meglio non cedere all’impazienza e leggere gli ultimi due alla fine. Colin Dexter (1930-2017) è stato uno dei più grandi esperti inglesi di enigmistica, un profondo conoscitore della letteratura classica ed ha proiettato sul suo personaggio tanti aspetti delle sua vita: Morse è sempre in gara con se stesso per ultimare nel più breve tempo possibile il cruciverba del Times , cita i classici e la letteratura inglese, anche grazie ad una menoria prodigiosa, non sopporta gli errori di grammatica, ama la musica classica e operistica (è un fanatico di Wagner) .
E’ capo ispettore del distretto di polizia del Tamigi, e i suoi casi ruotano a volte intorno all’ambiente universitario di Oxford, che l’autore non descrive certo con benevolenza (Dexter ci ha lavorato per molti anni).
Anche Morse (come tanti suoi colleghi ) è un uomo tormentato, con una vita privata insoddisfacente. Vive solo, spesso si innamora di donne sbagliate, facilmente corrisposto grazie al suo fascino un po’ oscuro e a un comportamento non convenzionale, che incuriosiscono l’animo femminile, ulteriormente sedotto dai suoi penetranti occhi blu.
Talvolta anche le donne su cui indaga diventano oggetto di interesse: <se la sospettata era una donna non troppo in là con gli anni e anche solo moderatamente carina, Morse di solito riusciva a innamorarsene, a volte solo per qualche settimana e a volte invece per parecchi mesi>. Incapace di impegnarsi in legami stabili, non rinuncia mai alla ricerca dell’amore.
Ma l’aspetto più interessante del personaggio è il modo in cui risolve i casi che gli vengono assegnati: formula, nel corso dell’indagine, ipotesi molto diverse (alcune un po’ strampalate). Ma come afferma il sergente Lewis, suo fedele e paziente aiutante: <la mente di Morse quasi sempre raggiungeva un apice di creatività quando una delle sue ipotesi astruse e improvvisate veniva rasa al suolo>.
Se il racconto giallo ha tanta fortuna perché, almeno nei romanzi , al contrario di quello che accade spesso nella realtà, gli eventi obbediscono ad una logica razionale, Dexter , a suo modo, mette un po’ in crisi questo modo di procedere. Come fa dire al suo personaggio <nella vita la fortuna gioca un ruolo molto più importante di quanto la gente è in genere disposta ad ammettere>. Morse si affida , per risolvere i suoi casi <a una svariata serie di fattori: una strana miscela di sforzo mentale e dedizione all’alcol (espressioni in pratica sinonime per Morse), duro lavoro (di solito svolto dal sergente Lewis) e, sì, qua e là una spruzzata di fortuna>.
E’ infatti, anche se l’affermazione appare un po’ brutale, è un alcolista impenitente. Nemmeno i gravi problemi di salute che sopraggiungono lo convincono ad abbandonare birra (di cui è un grande esperto) e superalcolici, ovviamente, soprattutto whisky scozzese, convinto come è che dopo la terza birra il mondo diviene senza dubbio un luogo molto più accogliente. Questo non significa che le soluzioni dei casi giungano in modo fortuito. E’ il sergente Lewis che spiega come Morse riesca a sciogliere gli enigmi :<capacità di pensiero laterale, verticale, diagonale… un pensiero in grado di muoversi in qualsiasi direzione>“. Il lettore scopre quindi la soluzione molto gradualmente, un po’ in ritardo rispetto all’ispettore, ma ne rimane appagato, perché la logica che la sostiene è impeccabile.
Il rapporto tra Morse e Lewis evolve nel ciclo, molto di più di quanto accada di solito tra investigatore ed aiutante. Lewis è un uomo semplice, con una vita familiare regolarissima e interessi limitati. Ma non è un personaggio statico. Ha per la cultura e l’intelligenza di Morse un’ammirazione assoluta e gradualmente ne assimila gusti e modalità di pensiero : <Morse la chiamava «dialettica socratica» e gli aveva raccontato come Socrate fosse riuscito a far dire a un giovane schiavo del tutto privo di istruzione i principi fondamentali della geometria piana, semplicemente ponendogli le domande giuste> .
E dopo anni di frequentazione Lewis ha assimilato questa capacità. <Lewis era più che contento di quell’ultima domanda: era il genere di domanda che avrebbe fatto Morse. Vuoi vedere che lui, Lewis, si stava, appena un pochino, dopo tutto quel tempo, sintonizzando con la lunghezza d’onda di Morse?>. L’ispettore,però, non è un capo facile: scorbutico e taccagno, è a volte insopportabile. Ma tra i due c’è un rapporto di affetto profondo, un’amicizia tenace in grado di superare la subordinazione gerarchica.
I colpevoli dei casi che Morse è chiamato a risolvere non sono mai dei soggetti isolati: pur con responsabilità diverse tutti gli indagati hanno contribuito a determinare la situazione. Il giudizio pessimistico di Dexter sulla natura umana emerge con chiarezza, sempre naturalmente attraverso i pensieri e le parole del suo personaggio, scettico ma non cinico. Avendo a che fare con le manifestazioni della malvagità umana è consapevole che quasi sempre il male è prodotto dalla fragilità, dalla paura , dal caso e, pur ovviamente convinto che è necessario assicurare i colpevoli alla giustizia, afferma che <bisogna muoversi con delicatezza, per evitare di schiacciare i sogni altrui>.
Scritti con uno stile curato e piacevolissimo, in cui si mescolano malinconia ed umorismo anglosassone, i romanzi sono composti da brevi capitoli, tutti introdotti da una citazione letteraria, che ne riassume il senso. Questo consente al narratore di introdurre gradualmente personaggi e storie che, solo alla fine del romanzo, il lettore, così come l’ispettore, incastrano nel puzzle (immagine che ricorre più volte in tutti i romanzi).
I libri hanno dato luogo a più serie televisive, famosissime in Gran Bretagna e trasmesse anche in Italia e, come è accaduto anche con Montalbano, a un ”prequel” che ha per protagonista un giovane Morse.
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