W illiam Lindsay Gresham scrisse Nightmare Alley nel 1948, oggi, finalmente, lo possiamo leggere in italiano grazie alla bella traduzione di Tommaso Pincio (Sellerio 2021).
Sappiamo che non è corretto interpretare un romanzo usando come guida la biografia dell’autore, ma in questo caso è impossibile, arrivati alla fine del libro, non cercare notizie sulla vita di Gresham. E, dopo averlo fatto, non osservare che solo chi ha avuto una vita maledetta può scrivere un romanzo così convintamente maledetto come questo. Suicida a soli cinquantatrè anni, nonostante il suo romanzo avesse avuto un buon successo e fosse diventato nel 1947 un film con Tyrone Power, spiegò il suo gesto in un mazzetto di biglietti da visita che gli venne trovato in tasca. «Niente indirizzo. Niente telefono. Niente lavoro. Niente soldi. In pensione».
Il successo era arrivato dopo sei anni di lavoro, come scrive Tommaso Pincio nella illuminante postfazione. <Ci vollero sei anni perché Nightmare Alley giungesse a compimento e trovasse un editore; sei anni in cui, oltre a scrivere, Gresham trovò moglie, la tradì, la picchiò, venne lasciato, seguitò a bere e a provarle tutte – dallo yoga al buddismo zen, dagli alcolisti anonimi al cristianesimo declinato in varie forme – per liberarsi dagli stati di paranoia ansiosa sui quali la psicanalisi sembrava sortire scarsi effetti>.
Non si era neppure fatto mancare la partecipazione, a difesa del governo del governo repubblicano, alla guerra civile spagnola, finita la quale, in attesa di essere rimpatriato, ascoltò da un compagno d’armi la descrizione di un geek, un mangiabestie, orrenda attrazione dei carnival, circhi itineranti americani, a metà tra uomo e mostro, capace di staccare la testa ad animali vivi e di berne i sangue. Ed è proprio nel mondo di questi circhi, che si spostavano nell’America povera e periferica della grande depressione, che comincia l’avventura di Stan Carlisle, con la compagnia Ackerman-Zorbaugh Monster. E’ un giovane avvenente e sveglio, capace di impossessarsi con facilità dei trucchi con i quali i falsi medium illudono il pubblico. Ma Stan rappresenta a suo modo anche il sogno americano: capisce che il bisogno di soprannaturale non appartiene solo alla parte più povera e incolta della popolazione, che costituisce il pubblico del circo: <Ma la gente era più o meno tutta uguale. Ciò che dicevi a una persona andava bene per altre nove su dieci. E una su cinque credeva a qualunque cosa dicessi e quando le chiedevi se la tua affermazione era esatta, rispondeva sì solo perché un certo tipo di gonzi non sa dire no…. Ma questa attività potrebbe essere una miniera d’oro!>.
Segnato da un’ infanzia dolorosa che viene rivelata da flash back che interrompono la trama lineare del romanzo, scandita da capitoli introdotti da una carta dei tarocchi, Stan si rivela uno spietato manipolatore delle donne della compagnia Ackerman-Zorbaugh Monster che, soggiogate dal suo fascino e dalla sua bellezza, lo aiutano nell’ascesa: l’indovina Zeena che gli insegna i trucchi del mestiere, Molly, ingenua stellina dello spettacolo, che viene convinta a lasciare la compagnia per interpretare il ruolo della medium in grado di comunicare con gli spiriti dell’aldilà.
Grazie a loro Stan si trasforma nel rispettabile e ascetico Reverendo Carlisle, a caccia di persone fragili e vulnerabili, che sembra non aspettino altro che essere ingannate dalla sua abilità seduttiva e dai suoi trucchi tecnologici, sempre più ingegnosi e raffinati. D’altra parte, <Le persone muoiono dalla voglia che qualcuno gli predica il futuro e tu li rincuori. Che diamine, dai loro qualcosa da desiderare e in cui sperare. È quel che fanno i predicatori la domenica>.
Gresham fonde nel suo romanzo generi diversi: la narrativa americana degli anni trenta e quaranta, (alla Faulkner, per citare un solo autore) ambientata negli strati più malfamati della popolazione; il romanzo che racconta il fallimento del sogno americano (Il grande Gatsby, di Fitzgerald, richiamato anche da un altro appellativo che Stan assegna a sé stesso : il grande Stanton); il noir, che caratterizza la trama, priva però dei colpi di scena che caratterizzano il genere. Il lettore viene catturato, nella prima parte del romanzo , soprattutto dalla descrizione della vita del baraccone, con i suoi personaggi scintillanti di lustrini e mostruosi, maghe e geek, i trucchi di scena, che vengono svelati, la miseria e i conti che tornano a fatica.
Lo stile è molto elaborato, alterna registri e toni diversi, narratore onnisciente e flusso di coscienza, punti di vista alternativi che coinvolgono il lettore. Anche per il modo di raccontare può ricordare Faulkner. .
Dopo La fiera delle illusioni, interpretato da Tyrone Power, nel 2022 Nightmare Alley è tornato sul grande schermo con un grande cast diretto da Guillermo del Toro, premio Oscar per La forma dell’acqua (2017).
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