Lavoro a mano armata , di Pierre Lemaitre, è stato pubblicato in Italia nel 2017, ma potrebbe essere stato scritto oggi, e purtroppo (temo) anche fra qualche anno. Lemaitre riesce a fondere, come in molti suoi romanzi, per esempio “Ci rivediamo lassù” e “Il gran mondo”, generi diversi. Qui il romanzo di denuncia sociale si intreccia al genere thriller, senza esclusione di colpi di scena e di ribaltamenti. E’ la storia di Alain Delambre, disoccupato da cinque anni, licenziato a 52 anni dopo essere stato un ineccepibile responsabile delle risorse umane. La disoccupazione vuol dire depressione, paura di non riuscire a pagare il mutuo della casa, degrado delle condizioni di vita, crisi dei rapporti familiari. Alain cerca di arrangiarsi come può, con lavoretti mal pagati e umilianti Poi, quando sembra aver toccato il fondo, gli si presenta l’occasione di partecipare alla selezione per un nuovo lavoro, che sembra ritagliato sul suo percorso professionale. Alain è disposto a fare di tutto, ma proprio di tutto, per ottenere quel posto, anche se la moglie, che ama moltissimo, non è d’accordo. Anche Lemaitre non si risparmia: le svolte narrative, del tutto inattese si susseguono, fino al finale in puro stile action . La disperazione di Delambre lo porta a sfruttare al massimo la sua formazione manageriale, la sua creatività professionale, oltrepassando la legge e la morale. Ma in fondo Alain non fa che riprodurre la logica violenta e immorale del sistema capitalistico, di cui è stato vittima. E’ un David contro un mostruoso e gigantesco Golia e il lettore non ha dubbi su da che parte stare. Dal romanzo è stata tratta una serie tv pluripremiata, con lo stesso titolo, che ne semplifica un po’ la trama.
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