Mediamente lo facciamo venticinquemila volte al giorno, difficilmente prestando attenzione, a meno che qualcosa non ce lo renda difficile. Eppure è l’operazione vitale più essenziale, quella a cui non possiamo sottrarci se non per pochi secondi. Stiamo parlando della respirazione. La nostra inconsapevolezza è anche determinata da una cultura medico-scientifica poco incline a considerare la frequenza del respiro, il livello di ossigeno e di anidride carbonica nel nostro sangue come qualcosa di cui tenere conto al pari della frequenza cardiaca e della temperatura, a meno che non si soffra di particolari patologie (che non voglio nominare).
La respirazione cambia la vita
Eppure una corretta respirazione è fondamentale per il nostro equilibrio fisico e psichico, come ben sapevano le culture tradizionali e come è noto oggi a tutti coloro che praticano yoga. Questi risultati sono oggi verificabili con la strumentazione scientifica che abbiamo a disposizione.
James Nestor, giornalista scientifico, ci porta a scoprire l’arte di respirare, che ha studiato sia nei trattati di medicina tradizionale, risalenti a centinaia o migliaia di anni fa, sia in testi di pneumologi moderni, che confluiscono nelle ampie bibliografie che seguono ogni capitolo del libro. Gli studiosi del respiro, i polmonauti moderni sono medici, preparatori atletici, sportivi alla ricerca del record, maestri di joga o discipline affini, che l’arte del respiro l’hanno studiata e sperimentata, a volte perché non avevano a disposizione nessun altro strumento per curare i loro pazienti, come i chirurghi della Guerra civile americana.
Gli esperimenti su se stesso
Ma Nestor non si limita alla teoria, ci descrive anche i numerosi esperimenti a cui si è sottoposto, inseguendo nel mondo vari polmonauti. E qui il libro, come nei migliori casi di divulgazione scientifca (v. il libro di Quanmen) assume le caratteristiche del diario di viaggio di un esploratore avventuroso. Arriva a procurarsi teschi nelle immense catacombe che si estendono sotto Parigi per studiare l’evoluzione del cranio umano, si fa turare le narici per dieci giorni dal dottor Nayak, esperto di chirurgia naso-sinusale del dipartimento di Otorino laringoiatria dell’università di Stanford, per verificare sperimentalmente gli effetti nefasti del respirare con la bocca e non col naso.
Ma questo è un caso estremo: le altre tecniche di respirazione che Nestor sperimenta nel suo viaggio alla scoperta dell’arte del respiro sono molto meno invasive ed è impossibile, per il lettore, non provare via via a sperimentarle su di sé. Devo dire, per quanto mi riguarda, con effetti benefici. Con la massima onestà, Nestor, alla fine del libro, ricorda che le tecniche di respirazione non servono a curare il cancro, non sostituiscono le vaccinazioni o gli antibiotici, ma in tanti casi possono risolvere malattie sistemiche più lievi e croniche, spesso intrecciate fra loro (mal di testa, stress, attacchi di asma), che la medicina ufficiale fatica a classificare e a risolvere totalmente.
E’ una via che si può tentare, sicuramente senza effetti collaterali, a meno che non proviate a restare in apnea per un tempo esagerato….
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