Anche da morti i ragazzi portavano guai. Il cimitero segreto si trovava nella parte settentrionale del campus della Nickel, in una zona coperta di chiazze d’erba incolta tra la vecchia stalla e la discarica”.
Le parole con cui comincia il romanzo descrivono il cimitero segreto della  Nickel Academy,  una scuola riformatorio della Florida, ormai chiusa da  anni. La  Nickel ospitava minorenni, bianchi e neri, che avevano commesso piccoli reati, provenienti da famiglie povere e disgregate,o semplicemente privi di qualcuno che si potesse occupare di loro.
L’intento era lodevole: rieducarli ed insegnare loro un lavoro per reinserirli nella società. Nella realtà i ragazzi venivano sottoposti ad abusi di ogni genere e dovevano subire la brutalità dei metodi di correzione, arbitrari e sadici, usati nella scuola, Se uno di questi ragazzi moriva, o veniva deliberatamente ucciso, ad accoglierne i resti c’era il cimitero segreto. Alle famiglie bastava dire che era scappato….
Un riformatorio come tanti, negli Stati Uniti,in tutto il mondo, in un’epoca in cui l’importante era punire e segregare anche solo chi era diverso o “irregolare”. Nessun dubbio che luoghi così siano veramente esistiti: tanti articoli sui giornali, romanzi, film ce li hanno raccontati. In questo caso lo  scrittore si è ispirato ad una inchiesta del Tampa Bay Times che nel 2014 raccontò, in un reportage a puntate tutti gli atti ignobili commessi nella Dozier School for Boys di Marianna

Primi anni Sessanta, Florida. Elwood Curtis, è un ragazzino cresciuto  dalla nonna nel quartiere afroamericano della capitale. Vive in una dignitosa povertà, il suo idolo è  Martin Luther King. “Elwood ricevette il più bel regalo della sua vita il giorno di Natale del 1962, anche se gli mise in testa le idee che lo avrebbero rovinato. Martin Luther King at Zion Hill era l’unico disco che possedeva, e non lo toglieva mai dal piatto”.
Il disco è l’incisione dei discorsi più importanti del Reverendo, che convincono Elwood che i neri hanno pari dignità e valore dei bianchi: “dobbiamo credere nel profondo dell’anima che siamo qualcuno, che siamo importanti, che meritiamo rispetto, e ogni giorno dobbiamo percorrere le strade della nostra vita con questo senso di dignità e di importanza”.
Tutto, intorno a sé, gli ricorda che i neri sono considerati inferiori ai bianchi: le scuole sono separate (ovviamente quelle dei bianchi sono migliori), l’hotel dove la nonna fa le pulizie è inaccessibile a clienti neri, un grande parco giochi, il Fun Town di Atlanta,  ha le porte sbarrate  per i bambini di colore.
Eppure Elwood Curtis non si arrende.  Dotato di una non comune intelligenza, ama la lettura, è bravissimo a scuola, lavora con impegno in una tabaccheria di un bianco, per aiutare la nonna e poter realizzare il suo sogno: entrare, dopo le scuole superiori, in un college. Ma non pensa solo alla sua emancipazione: per quello che gli è consentito partecipa alle manifestazioni per i diritti civili che cominciano a diffondersi anche nel suo quartiere.
Un professore, durante il penultimo  anno di liceo, lo nota e riesce a fargli ottenere l’accesso ai corsi preparatori di un college non troppo lontano da casa. E’ il grande sogno che si realizza, ma il primo giorno di scuola Elwood  accetta un passaggio su un’auto che si rivela rubata. Arrestato e accusato di furto, nonostante la nonna cerchi disperatamente di farlo rilasciare, viene spedito alla Nickel Academy.
Qui comincia il suo viaggio in una realtà cupa e crudele, dalla quale è difficilissimo uscire vivi o non moralmente distrutti. Qui non valgono nulla i valori su cui Elwood aveva impostato tutta la sua giovanissima esistenza. Eppure la sua intelligenza gli consente, dopo un inizio traumatico, di intuire le leggi che consentono di sopravvivere nell’Inferno in cui è finito. Non è lecito raccontare altro, per non togliere al lettore il piacere di scoprire una trama per nulla scontata.

Il romanzo è struggente e appassionante, il lettore si commuove per  Elwood, si indigna  per i torti che subisce, viene catturato  e trascinato verso una conclusione del tutto inaspettata. Non si può non pensare ad altri numerosissimi romanzi che trattano il tema della segregazione razziale negli U.S.A. (solo apparentemente finita).
Per citarne solo uno, forse meno conosciuto di altri, ma assolutamente da leggere: Un matrimonio americano di  Tayari Jones (2018). Ma è ovviamente impossibile non citare il Dickens di  Oliver Twist e David Copperfield, sia per le suggestioni emotive sia per l’intreccio tra fantasia e realtà.  

Colson Whitehead è  nato a New York nel 1969. Con il suo romanzo “La ferrovia sotterranea (The Underground Railroad)”, ispirato alla rete clandestina dei militanti antischiavisti che nell’Ottocento aiutava i neri a fuggire dagli stati del Sud a quelli liberi del Nord,  vince il National Book Award per la narrativa nel 2016; il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2017 ed infine il Premio Arthur C. Clarke nel 2017.