I rondoni, di Fernando Aramburu è un trascinante conto alla rovescia scandito, in più di settecento pagine, da 365 paragrafi, scritti, uno al giorno, da Toni, professore di filosofia cinquantacinquenne di un liceo di Madrid, che ha deciso la data della sua uscita volontaria dalla vita. (non ama la parola suicidio). La decisione è stata presa per stanchezza <Io sono in buona salute; non soffro di una grave depressione, anche se ho i miei momenti bui; conservo la lucidità. A meno che non si produca un declino notevole delle mie condizioni fisiche e mentali, credo che potrei lasciarmi trasportare senza grandi pene lungo il dolce alveo dei giorni fino a sfociare nella vecchiaia; ma il fatto è che, dopo tanti anni, sono stanco e può darsi anche annoiato di svolgere un ruolo in un film la cui trama non mi tiene sveglio né mi fa dormire; un film che mi sembra mal concepito e peggio realizzato>. Ma perché Toni si concede ancora un anno? Per portare a termine il completo distacco dalla vita, separandosi gradualmente dagli oggetti che possiede e soprattutto dalla sua biblioteca, composta da centinaia di amatissimi libri. E il separarsi dalle cose fa crescere in lui una sensazione di leggerezza, <di ascesa nell’aria verso la mia sognata trasformazione in rondone.>
Ma l’anno serve anche a scrivere una sorta di autobiografia (< Ho scritto tutto questo senza voglia, spinto dall’abitudine di scrivere per nessuno qualche riga al giorno di cronaca personale>), non cronologicamente ordinata, da cui emerge una vita completamente disastrata dal punto di vista affettivo. Toni dichiara più volte di odiare i componenti della sua famiglia di origine, la moglie da cui è separato ed anche il figlio, descritto come una sorta di bruto avido e repellente.
Gli unici esseri che stima ed apprezza sono animali: i rondoni, simbolo di distacco e libertà e la sua cagnetta Pepa (ma neanche nei suoi confronti ha sempre nutrito un affetto incondizionato).
Al racconto del passato si alterna quello del presente: l’insofferenza per la scuola e soprattutto, il rapporto con coloro che sono la sua attuale famiglia: Bellagamba, il suo unico amico (il soprannome sarcastico deriva dall’ amputazio di un piede in seguito all’attentato terroristico alla stazione di Atocha del 2004) e Agueda, una donna con la quale aveva avuto una relazione tanti anni prima, definita <un essere asessuato, non mostruoso, quello no, ma senza mistero, senza incanto>.
Dunque il racconto banale di una vita senza qualità ? Tutt’altro. E’ un grande romanzo che cattura gradualmente il lettore proprio per la qualità della scrittura, fluida e raffinata allo stesso tempo, che alterna citazioni colte a descrizioni anche molto realistiche, soprattutto quando si tratta di sesso. Così anche per la materia trattata: la cronaca personale alterna episodi di grande tristezza a momenti comici, o tragicomici.
Pur nella estrema fluidità e semplicità narrativa, il romanzo non può però non richiamare i grandi capolavori del Novecento, da Proust, a Svevo, a Musil. E’ infatti un racconto ambiguo, stratificato, che gioca con il lettore mentendo e lasciando trapelare la finzione che è sempre implicita nella grande letteratura. Solo due esempi: il disprezzo dichiarato per la filosofia, <Banalità + linguaggio complicato = filosofia>), di cui il romanzo è intriso, e la continua dichiarazione di non stare scrivendo un romanzo. E questo vale anche per le vicende raccontate, i sentimenti, i rapporti che rivelano, di mano in mano che si procede, aspetti completamente diversi da quelli dichiarati.
Chi ha letto ed apprezzato dello stesso autore Patria link rimarrà sorpreso dalla diversità dei due romanzi. Aramburo ha abbandonato lo sperimentalismo stilistico per passare ad un modo di narrare molto più fluido e tradizionale. Il grande conflitto storico e ideologico tra l’ETA e lo stato spagnolo, che scatena il dramma di Patria, qui è richiamato quasi parodisticamente dalla lotta per l’indipendenza catalana, che rimane sullo sfondo e alla quale il protagonista, Toni, è completamente disinteressato: <Io milito da lunghi anni nel PPSS, nel Partito di chi Preferisce Stare Solo, in cui non ho alcun incarico.> Il compito di introdurre temi di attualità politica o sociale è affidato agli altri due personaggi principali, Agueda e Bellagamba, e ciò non fa che sottolineare il distacco di Toni. Il romanzo potrebbe essere tranquillamente ambientato in un qualsiasi paese europeo: la stessa mediocrità del quadro politico, la stessa superficialità dei media e del dibattito pubblico. <Sono nato e ho vissuto in un paese grossolano. Un paese che maltratta la parola>, afferma Toni.
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