Covid 19, il mondo era impreparato. Eppure qualcuno aveva già raccontato tutto o quasi, otto anni fa. No, non un immunologo o altro tipo di scienziato, ma uno scrittore, in un libro, lungo e dettagliatissimo, che a tratti sembra un romanzo d’avventura e a tratti un testo di divulgazione scientifica. Si intitola “Spillover” e l’autore è David Quammen, americano e autore di numerosi articoli  sul National Geographic. E’ il racconto  delle recenti pandemie che hanno colpito l’umanità.  E le analogie con la storia del Covid 19 sono impressionanti. Perchè l’origine dei virus killer più spietati è sempre la stessa: gli animali, sono virus “spillover”.

<L’idea di questo libro nacque attorno a un fuoco in una foresta centroafricana, nel luglio 2000, mentre due uomini gabonesi mi raccontavano dell’epidemia di Ebola che aveva colpito il loro villaggio, Mayibout 2, e dei tredici gorilla morti visti nelle vicinanze, comparsi proprio nei giorni in cui i loro amici e parenti morivano per il virus> . “ Spillover”, pubblicato nel  2012 e tradotto in italiano nel 2014, è stato uno dei libri più letti degli ultimi mesi perché, a cinque anni dalla sua pubblicazione, si è rivelato a dir poco profetico.
Nulla a che vedere con Nostradamus! Il libro è basato su una documentazione da testo universitario, come dimostra l’amplissima bibliografia di cui è corredato. E’ allo stesso tempo un’opera di divulgazione scientifica, un reportage delle avventure nelle quali Quammen segue gli scienziati che cacciano i virus nei siti più impenetrabili del pianeta, con rischi inimmaginabili, e un romanzo. Il protagonista è appunto lo ”spillover”, cioè il salto di specie che i virus fanno da una specie all’altra, fino a trasmettersi all’uomo, generando le più terribili epidemie con cui la specie umana fa avuto a che fare (peste bubbonica, Spagnola, Sars, Ebola, Aids).

Oggi lo sviluppo di zoonosi, cioè delle epidemie generate dagli spillover,  è sempre più frequente. Quammen lo spiega con la distruzione da parte dell’uomo di ecosistemi, ritenuti fino a poco tempo fa impenetrabili, dovuta alla crescita esponenziale della popolazione, allo sfruttamento delle risorse naturali con sistemi sempre più tecnologicamente evoluti e distruttivi, al cambiamento climatico, che portano gli uomini a entrare in contatto con milioni di specie ancora non classificate e sconosciute, tra cui ci sono batteri, altri organismi parassiti e virus: in particolare la “virosfera” <identifica un universo di viventi che probabilmente fa impallidire per dimensione ogni altro gruppo>.Tutti questi parassiti, la cui esistenza è stata modificata dall’intrusione dell’uomo nel loro ambiente, possono facilmente vedere nel genere umano un nuovo campo da invadere.

Nel libro l’autore ci descrive varie zoonosi, che si sono manifestate in tutto il mondo, ma il capitolo sulla SARS è uno dei più coinvolgenti e sconcertanti. Il Covid con cui abbiamo a che fare oggi non è che una replica dello stesso copione. Nel 2003, in sei settimane il virus fa quasi il giro del mondo, utilizzando come ospiti ignari passeggeri di aerei. L’Oms dà l’allarme per una grave sindrome respiratoria di cui non si conosce la causa, che provoca polmoniti anomale. Molto infettiva, si manifesta, al contrario dell’Ebola, anche diversi giorni dopo il contagio e ha un alto indice di letalità. Si scopre che la malattia ha avuto il primo focolaio in Cina, dove si ipotizza sia stata causata dalla abitudine di cucinare animali di diverse specie, selvatiche e domestiche, spesso conservati insieme nei mercati e venduti vivi. Negli ospedali arrivano pazienti gravissimi, che vanno intubati rapidamente. Spesso il personale sanitario non ha tempo di prendere le necessarie precauzioni e gli stessi ospedali diventano focolai. Il patologo somiglia quello dell’influenza, è un coronavirus.

Studiato in laboratorio, sembra simile ad altri virus di origine animale, è una zoonosi. Sembra essere scomparso, dopo aver provocato 774 morti. Ma poi si riaccendono nuovi focolai. Dopo varie ipotesi sull’animale ospite, si arriva ai pipistrelli, che si pensa possano trasmettere il virus ad altre specie che lo incubano, lo amplificano e lo trasmettono a loro volta all’uomo.

Non tutti i virus sono di origine animale: il vaiolo e la poliomielite non lo sono e proprio per questo è stato possibile debellarli, perché vivono solo negli esseri umani, mentre altri virus possono invece nascondersi in altre specie animali e ricomparire, non si sa quando, come è successo per l’Ebola. Ecco perché diventa fondamentale conoscerne bene caratteristiche e abitudini. Abitualmente pensiamo che i cacciatori di virus siano i biologi che lavorano in laboratori super attrezzati per evitare pericolosissime contaminazioni.

Ovviamente è così, ma per conoscere meglio un virus è spesso necessario scovarlo nel suo ambiente naturale, per capire quali sono gli animali in cui vive abitualmente. I biologi che si dedicano a queste ricerche sono degli Indiana Jones e  Quammen  racconta alcune “spedizioni” a cui ha partecipato. In queste pagine il libro diventa un romanzo d’avventura. Lo scrittore  non solo segue gli scienziati, ma li aiuta, per esempio,  nella cattura di pipistrelli (a cui viene fatto un prelievo di sangue)  in grotte nascoste in mezzo alla vegetazione in Cina o  si inoltra nella giungla centroafricana  dove  un avventuroso biologo, Mike Fay, si propone di trovare le prove che l’ epidemia di Ebola, che ha colpito alcuni villaggi africani,  deriva dall’ abitudine di mangiare la carne di scimpanzè.

Altro capitolo appassionante è quello che riguarda l’Aids. Quammen racconta minuziosamente le difficoltà per identificare e studiare il virus responsabile della morte di molti milioni di persone e che è stato scoperto in laboratorio grazie a tre gruppi di ricerca francesi e americani, in serrata competizione fra loro. Individuato il virus gli scienziati cominciano ad interrogarsi sulla sua origine. Se l’Aids nell’opinione comune si manifesta come emergenza sanitaria negli anni Ottanta del secolo scorso, in realtà l’HIV,il virus che lo genera, è frutto di almeno dodici spillover indipendenti che si sono verificati decenni prima.  Gli scienziati che ora sono in grado di sequenziare i genomi del virus, ricostruendone la storia genetica, hanno datato il passaggio da uno scimpanzè a un essere umano intorno al 1908, nel Camerun sudorientale.

Naturalmente Quammen si reca sul luogo per studiare le abitudini delle tribù africane che hanno favorito lo sviluppo della zoonosi e poi, basandosi su questa esperienza, inventa un lungo racconto, ovviamente frutto della sua invenzione, che ha per protagonisti il Cacciatore Ferito e il Viaggiatore, grazie ai quali il virus arriva circa nel 1920 a Leopoldville, per poi spiccare il volo, a causa di diversi eventi storici, verso il centro America e, successivamente, gli USA e il mondo intero.

Insomma un libro appassionante, una buona occasione per rinfrescare nozione scientifiche apprese al liceo e poi dimenticate, che colpisce per la capacità di tenere alta l’attenzione del lettore, divulgando temi scientifici anche molto complessi alternandoli con racconti avventurosi o fantastici, che ricorda un po’ le opere di grandi scienziati e scrittori del passato, come Galilei e Darwin.

Non si possono non citare, per concludere, alcune frasi dell’autore e non occorre, purtroppo, spiegare il motivo della citazione:

<Fare previsioni, per quanto riguarda queste malattie è un esercizio pericoloso…Ho fatto non solo a Webster ma ad altri autorevoli specialisti , tra cui i massimi esperti di Ebola , SARS e virus portati dai pipistrelli, HIV ed evoluzione virale, due domande precise: 1) nel prossimo futuro, emergerà una nuova malattia abbastanza virulenta e trasmissibile da causare una pandemia alla stessa scala dell’AIDS o dell’influenza spagnola, con decine di milioni di morti? 2) e se sì, che forma avrà e da dove verrà? Le risposte alla prima variano da «Forse» a «Probabile». Circa la seconda, la maggioranza propende per un virus a RNA, specialmente se ha come ospite serbatoio un primate. Tra parentesi, nessuno degli esperti contesta il fatto che il prossimo Big One, se accadrà, sarà una zoonosi. > Ma anche  <Non dico tutto ciò allo scopo di angosciarvi o deprimervi. Non ho scritto questo libro per spaventare il pubblico, ma per renderlo più consapevole. Ecco cosa distingue gli esseri umani per esempio dai bruchi: noi, al contrario di loro, possiamo fare mosse intelligenti….>

Insomma, per fortuna molto dipende da noi, anche se per ora non sembra che le esperienze precedenti di pandemie ci abbiano insegnato molto.

Il 28 maggio è uscito l’ultimo libro di David Quammen, “L’albero intricato”, sul trasferimento dei geni, che si muovono non solo verticalmente, da una generazione all’altra , come pensava Darwin, ma anche orizzontalmente , da una specie all’altra. Chi vuole sapere di più può leggere la bella intervista a Quanmmen  di Stella levantesi pubblicata sul https://ilmanifesto.it/quammen-e-lalbero-intricato-della-vita/